passeggiando con la storia- Giovanni Donadio pittore
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Passeggiando con la storia

Giovanni Donadio, Pittore

Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari

Di Giovanni Donadio non si possiede alcuna notizia certa sulla sua nascita e sulla sua attività professionale ed artistica. Una ipotesi da me formulata, sulla base del cognome, mi porterebbe a pensare che sia stato imparentato o abbia appartenuto allo stesso ceppo famigliare dell'altro Donadio, Dionigi, di cui tratterò, successivamente, nel corso di un'altra puntata della medesima rubrica. Anch'egli, sia pure di professione orologiaio, fu dedito all'arte e all'utilizzo dell'inchiostro di china.

Le fonti, peraltro, scarne, lo dicono nato e morto a Gravina nei primi decenni del XIX secolo. All'infuori di questo dato, l'unica certezza sono le sue opere, entrambe firmate e datate tra il 1810 e 1818. Si tratta di una grande tela ad olio, 280X180: la Madonna delle Grazie con S. Maria Maddalena, posta un tempo sull'altare maggiore dell'omonima chiesa di Gravina e, attualmente, collocata in una cappella laterale.

L'altro dipinto raffigura S. Emidio, proveniente dalla chiesetta omonima della nostra città.
Quest'opera, dopo che la piccola chiesa in cui officiò per lungo tempo il servo di Dio don Eustachio Montemurro, fu chiusa al culto, ha fatto parte del patrimonio del Museo diocesano d'arte sacra di Gravina. Attualmente, debitamente restituita alle Suore del Sacro Costato e da queste fatta restaurare, fa parte del Museo dedicato al Fondatore della succitata Congregazione.
Tracce di questo pittore gravinese, si trovano, anche, in Basilicata. Infatti, nella sacrestia della Chiesa Madre di Montescaglioso, in provincia di Matera, è custodito un dipinto, che raffigura Sant'Agata e San Vincenzo.

Nel catalogo Mostra rassegna delle arti figurative in Gravina, curata dal Circolo Arcangelo Scacchi, leggo e trascrivo il giudizio sintetico, espresso su queste due opere, di Isabella La Selva: "L'impostazione iconografica piuttosto convenzionale e la materia pittorica piatta e slavata che priva le figure di consistenza, riconducono i dipinti nell'ambito di un filone figurativo locale di marca strettamente devozionale che si protrae con caratteri ripetitivi ed ordinari per tutto l'Ottocento".

Vengono attribuite a questo artista locale, anche, due tele conservata nell'appartamento della Famiglia Pomarici Santomasi, presso l'omonima Fondazione. I dipinti a colori ad olio su tela, ritraggono due componenti del nobile casato, ovvero Antonio Pomarici Santomasi e la sua seconda moglie, Caterina de Samuele Cagnazzi. Antonio, definito fine gentiluomo di provincia, sposò giovanissimo una sua parente di Montepeloso, la vecchia Irsina, Antonia d'Armati. In seconde nozze, dopo la morte della prima moglie, contrasse matrimonio con la nobile sig.na altamurana Caterina de Samuele Cagnazzi, figliuola di Giuseppe e di Elisabetta de Gemmis.
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  • Giuseppe Massari
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