Passeggiando con la storia
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Giuseppe Pentimone Ingegnere, Direttore Generale dei telefoni di Stato

Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari

Il personaggio odierno è uno di quelli che ho conosciuto di persona, nonostante la differenza d'età che ci divideva, quando tornava a Gravina, di solito nel periodo estivo, a cavallo della festa patronale, per riabbracciare i suoi e salutare i tanti amici che lo conoscevano e lo stimavano. Le notizie storiche, biografiche, così come anche le foto mi sono state fornite da una nipote di costui, Mariarosa Piccininno, per il tramite del figlio Filippo, da me contattato, a cui sono risalito attraverso il contatto stabilitomi da sua cugina Anna Magaraggia.

Giuseppe Pentimone nasce a Gravina in Puglia il 3 giugno 1919, poco dopo il ritorno del suo papà Filippo dalla Grande Guerra. Al momento, in casa Pentimone in via dei Greci (credo), ci sono quattro bambini, tre maschi ed una femminuccia: Michele di 7 anni che morirà tre mesi dopo cadendo dalle scale di casa, Vincenzo di 5 anni, Graziella di 2 anni e lui, Giuseppe.
A novembre 1920 nascerà Maria e poco dopo cambieranno casa, andando ad abitare in Via Corato 31, dove verranno al mondo altri tre fratelli, Anna, Michele e Adele.

(A proposito di via dei Greci, se il ricordo viene confermato e nella speranza che si tratti realmente di quel tratto di strada, per completezza di informazione aggiungo che tale via è quella che attualmente è denominata via Pietro Ianora, ma che un tempo si è chiamata anche via dei Santoro, poi Ruga e anche via dei Greci o Albanesi, nel quartiere tra Santa Teresa e Casalnuovo, nato durante la presenza a Gravina della nobil donna Angela Castriota Skanderberg).

Quindi Giuseppe cresce, gioca, studia in questa nuova casa, dove si rincorrerà su e giù per le scale con la sorella Maria, facendosi mille scherzi e dispetti. D'altronde sono i più vicini per età e Maria è quasi un maschiacco. Giuseppe, per tutti Peppino, è un ragazzino serio, riflessivo e molto portato per lo studio; infatti, dopo le scuole dell'obbligo, frequenterà il Liceo Scientifico a Bari con ottimi risultati. Dopo il liceo viene a Roma, all'Università a San Pietro in Vincoli, dove risiedono all'epoca tutte le materie scientifiche, Ingegneria, Fisica, Chimica, Matematica.

Lui sceglie Ingegneria Elettrotecnica, un indirizzo relativamente nuovo ed in pieno sviluppo.
Ormai è un ragazzo con le idee chiare, vuole studiare, gli piace studiare, e guarda al futuro.
E' anche un gran bel ragazzo: alto (poco più di un metro e ottanta), capelli neri, occhi neri, profondi e riflessivi, silenzioso, di poche parole. A suo modo anche molto atletico perché, oltre ad andare in bicicletta (come tutti, all'epoca), amava camminare. Camminava tantissimo anche quando era avanti con gli anni.

A Roma alloggia nel quartiere Parioli, presso la famiglia Loverro, il cui capo famiglia è un cugino materno e a Roma è un direttore di banca. Siamo nel 1938, quindi prossimi alla seconda guerra mondiale. Peppino è molto bravo negli studi, come lo è sempre stato, ma credo che sarà costretto a discutere la tesi alla fine del conflitto, anziché nel 1943. Tra l'altro in quegli anni è nominato anche ufficiale di Cavalleria, anche se fortunatamente non andrà mai al fronte. Alla fine della guerra, in un'Italia tutta da ricostruire, lui, ormai laureato e con il massimo dei voti, entra nel mondo del lavoro dove, scalino dopo scalino, sarà sempre in crescita.

Lavora nella TETI, che poi confluirà nei Telefoni di Stato, e qui resterà fino al momento di andare in pensione, all'età di 65 anni. Apro una parentesi per precisare e spiegare che cosa fossero i Telefoni di Stato, il cui vero nome era Azienda di Stato per i Servizi telefonici (ASST: Istituita nel 1925 in seguito alla riforma del sistema telefonico nazionale, aveva il compito di gestire le principali linee interurbane, di costruire ed esercire le telecomunicazioni interurbane e internazionali, di controllare e vigilare l'attività delle società telefoniche concessionarie. Nel 1992 venne soppressa e parte delle sue funzioni furono affidate alla nuova società Iritel che opera fino al 1994, quando partecipa al processo di formazione del nuovo operatore Telecom Italia attraverso la fusione per incorporazione). Inoltre, per completare la parte storica aziendale, va evidenziato che la nostra città aveva la sua Stazione Amplificatrice dei Telefoni di Stato, ubicata dove, attualmente vi è la sede del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, quindi il Pentimone aveva la sua sfera di responsabilità anche nella sua città natale per via di questa struttura.

Ma ormai era al top della sua carriera lavorativa, essendo diventato Direttore Generale dei Telefoni di Stato già da svariati anni. Pur avendo studiato e lavorando a Roma, lui non ha mai dimenticato Gravina, dove andava appena poteva e dove ha lasciato la sua famiglia di origine ed il cuore.
E, a proposito di cuore, si potrebbe affermare che ha fatto carriera non solo per sé stesso, ma anche per gli altri perché la sua posizione gli ha consentito di aiutare molti ragazzi e padri di famiglia di Gravina ad essere assunti nella telefonia e quindi ad avere un lavoro sicuro. Quest'uomo, silenzioso, ombroso, che incuteva soggezione, era un uomo generoso. A Roma aveva anche impiantato la sua "nuova" famiglia, avendo sposato nel 1957 Maria Candela, dalla quale ha avuto due figli, Laura e Filippo e, a seguire, i nipoti Riccardo, Michele e Beatrice. Muore a Roma il 12 luglio 1992 e qui è sepolto.
  • Giuseppe Massari
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