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Passeggiando con la storia
Lettera del cardinale Vincenzo Maria Orsini a sua madre dopo il terremoto di Benevento del 5 giugno 1688
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 5 giugno 2025
Benedetto XIII Orsini era particolarmente devoto a San Filippo a cui attribuiva la propria salvezza nel corso del terremoto di Benevento del 5 giugno 1688. Infatti, dal suo racconto, tratto di seguito, in maniera sintetica, attribuì alla potente intercessione del santo la propria salvezza, dopo il crollo del palazzo che, invece, portò alla morte del gentiluomo che si trovava con lui nella medesima stanza. È egli stesso a narrare l'accaduto in: Narrazione de' prodigii operati dal glorioso S. Filippo Neri nella persona dell'Eminent. Sig. Cardinale Orsini arcivescovo di Benevento. In occasione, che rimase sotto le rouine delle sue stanze nel tremuoto, che distrusse quella città a' 5 di giugno 1688, in Napoli MDCLXXXVIII presso Novello De Bonis Stampatore Arcivescovile.
"I miei familiari mi dicono, che io sia stato sotto le rovine per lo spazio di un'ora, o di un'ora e mezza, ma à me per nuova grazia non parve d'esservi dimorato che per lo spazio d'un quarto d'ora; venne intanto il Padre Lettore Buonaccorsi del mio ordine, chiamandomi sopra quei mucchi di sassi ed Io l'udii subito, ed egli sentì la mia voce, benché non distinguesse le mie parole, (…) ed insieme col signor canonico Paolo Farella cominciarono a disseppelirmi, ed appresso sopraggiunsero due altri, coll'aiuto de' quali mi cavarono de' sassi. Diseppellito che fui, il detto Signor Canonico mi trovò sotto il capo l'accennata immagine del mio santo avvocato".
Sempre a proposito del tremendo sisma, in questa pubblicazione, invece: Lettera narrativa dell'accaduto in Benevento all'Em̃o ... Cardinale Frà V. M. Orsini ... oggi Benedetto XIII. Nel tempo del terremoto dell'anno 1688 di Antonio Petroni, pubblicata il 1726, oltre alla descrizione dei fatti, abbiamo trovato un documento del tutto inaspettato, eccezionale. La lettera che il cardinale, impossibilitato a scrivere, stante le sue condizioni compromesse, soprattutto per quanto riguardava la vista, dettò ed indirizzò a sua madre, all'epoca dei fatti non più Giovanna Frangipane della Tolfa, ma Suor Maria Battista dello Spirito Santo, essendosi ritirata, il 21 novembre 1676, a vita claustrale, fondando il Monastero delle Suore di Santa Maria sotto la Regola di San Domenico, per informarla dell'accaduto.
Testo integrale della missiva: "Madre Carissima, il terremoto ha distrutta la Città, la morte dei Cittadini, e Forastieri, è stata copiosa se bene fin ad ora non se ne fa il numero: io per li meriti di S. Filippo Neri sono uscito illeso, fuorche negli occhi offeso dalla molta quantità della calce. La famiglia, benché tutta diroccata sia l'abitazione Metropolitana trovasi salva, tranne un Lacchè, che stava fuori di essa.
Il Seminario similmente è precipitato, benché de' Seminaristi al numero di 35 nessuno è perito anche credo per i meriti di San Filippo; perché veniva governato, e diretto da suoi Religiosi. Resta dunque, Madre stimatissima che ella ancora renda le dovute grazie al Santo, mentre io obbedientissimo Figlio riverente le bagio le mani".
"I miei familiari mi dicono, che io sia stato sotto le rovine per lo spazio di un'ora, o di un'ora e mezza, ma à me per nuova grazia non parve d'esservi dimorato che per lo spazio d'un quarto d'ora; venne intanto il Padre Lettore Buonaccorsi del mio ordine, chiamandomi sopra quei mucchi di sassi ed Io l'udii subito, ed egli sentì la mia voce, benché non distinguesse le mie parole, (…) ed insieme col signor canonico Paolo Farella cominciarono a disseppelirmi, ed appresso sopraggiunsero due altri, coll'aiuto de' quali mi cavarono de' sassi. Diseppellito che fui, il detto Signor Canonico mi trovò sotto il capo l'accennata immagine del mio santo avvocato".
Sempre a proposito del tremendo sisma, in questa pubblicazione, invece: Lettera narrativa dell'accaduto in Benevento all'Em̃o ... Cardinale Frà V. M. Orsini ... oggi Benedetto XIII. Nel tempo del terremoto dell'anno 1688 di Antonio Petroni, pubblicata il 1726, oltre alla descrizione dei fatti, abbiamo trovato un documento del tutto inaspettato, eccezionale. La lettera che il cardinale, impossibilitato a scrivere, stante le sue condizioni compromesse, soprattutto per quanto riguardava la vista, dettò ed indirizzò a sua madre, all'epoca dei fatti non più Giovanna Frangipane della Tolfa, ma Suor Maria Battista dello Spirito Santo, essendosi ritirata, il 21 novembre 1676, a vita claustrale, fondando il Monastero delle Suore di Santa Maria sotto la Regola di San Domenico, per informarla dell'accaduto.
Testo integrale della missiva: "Madre Carissima, il terremoto ha distrutta la Città, la morte dei Cittadini, e Forastieri, è stata copiosa se bene fin ad ora non se ne fa il numero: io per li meriti di S. Filippo Neri sono uscito illeso, fuorche negli occhi offeso dalla molta quantità della calce. La famiglia, benché tutta diroccata sia l'abitazione Metropolitana trovasi salva, tranne un Lacchè, che stava fuori di essa.
Il Seminario similmente è precipitato, benché de' Seminaristi al numero di 35 nessuno è perito anche credo per i meriti di San Filippo; perché veniva governato, e diretto da suoi Religiosi. Resta dunque, Madre stimatissima che ella ancora renda le dovute grazie al Santo, mentre io obbedientissimo Figlio riverente le bagio le mani".