
La città
Aliquote IMU, la CGIL attacca il Comune
Richiesta di chiarire pubblicamente l’aliquota da applicare
Gravina - venerdì 12 dicembre 2025
9.49
Sui tributi locali ed in particolare sul versamento dell'Imu, la Cgil di Gravina bacchetta il Comune.
In una missiva a firma del responsabile Caf Gianluca Colafiglio e del coordinatore della Cgil gravinese Peppino Deleonardis, infatti, il sindacato chiede all'amministrazione comunale di chiarire pubblicamente le aliquote da applicare al tributo.
La questione è sì tecnica, ma riguarda un numero considerevole di cittadini gravinesi. A quanto sostenuto dal sindacato, in pratica, molti cittadini avrebbero versato contributi con una aliquota (1.06%) superiore a quella prevista (0,76%) e adesso che siamo in scadenza di seconda rata, prevista per il 16 dicembre, bisogna capire come comportarsi.
"Numerose sono state le richieste verbali rimaste inevase"- sottolineano dalla Cgil- per cui il sindacato ha deciso di prendere una ferma posizione.
"Vista l'imminente scadenza del versamento del saldo del 16 dicembre 2025, vi comunichiamo che a partire da oggi, pur di fronte all'assenza di una vostra nota esplicativa, applicheremo l'aliquota presente sul MEF dello 0,76".
Nella missiva indirizzata a sindaco, assessore alle finanze e tributi e al responsabile del servizio, la Cgil chiede anche notizie dettagliate sulle modalità operative di rimborso per coloro che hanno già versato il conguaglio utilizzando erroneamente l'aliquota di 1, 06%.
Le doglianze della sigla sindacale però non finiscono qui.
"Avremmo preferito -e per tale ragione le nostre continue sollecitazioni- che ci fosse stata una informativa celere nei giorni scorsi per evitare contenziosi per il recupero dei versamenti già effettuati, attraverso un confronto con le parti sociali".
Ma non si ferma qui l'invettiva della organizzazione sindacale. Infatti – concludono dalla Cgil -"vogliamo puntualizzare che la vostra negligenza per l'assenza di informativa, nonché il mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, ha recato difficoltà ai cittadini che si sono visti costretti ad anticipare somme non dovute".
Adesso la palla passa nelle mani del Comune che dovrà dare dei chiarimenti.
In una missiva a firma del responsabile Caf Gianluca Colafiglio e del coordinatore della Cgil gravinese Peppino Deleonardis, infatti, il sindacato chiede all'amministrazione comunale di chiarire pubblicamente le aliquote da applicare al tributo.
La questione è sì tecnica, ma riguarda un numero considerevole di cittadini gravinesi. A quanto sostenuto dal sindacato, in pratica, molti cittadini avrebbero versato contributi con una aliquota (1.06%) superiore a quella prevista (0,76%) e adesso che siamo in scadenza di seconda rata, prevista per il 16 dicembre, bisogna capire come comportarsi.
"Numerose sono state le richieste verbali rimaste inevase"- sottolineano dalla Cgil- per cui il sindacato ha deciso di prendere una ferma posizione.
"Vista l'imminente scadenza del versamento del saldo del 16 dicembre 2025, vi comunichiamo che a partire da oggi, pur di fronte all'assenza di una vostra nota esplicativa, applicheremo l'aliquota presente sul MEF dello 0,76".
Nella missiva indirizzata a sindaco, assessore alle finanze e tributi e al responsabile del servizio, la Cgil chiede anche notizie dettagliate sulle modalità operative di rimborso per coloro che hanno già versato il conguaglio utilizzando erroneamente l'aliquota di 1, 06%.
Le doglianze della sigla sindacale però non finiscono qui.
"Avremmo preferito -e per tale ragione le nostre continue sollecitazioni- che ci fosse stata una informativa celere nei giorni scorsi per evitare contenziosi per il recupero dei versamenti già effettuati, attraverso un confronto con le parti sociali".
Ma non si ferma qui l'invettiva della organizzazione sindacale. Infatti – concludono dalla Cgil -"vogliamo puntualizzare che la vostra negligenza per l'assenza di informativa, nonché il mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, ha recato difficoltà ai cittadini che si sono visti costretti ad anticipare somme non dovute".
Adesso la palla passa nelle mani del Comune che dovrà dare dei chiarimenti.
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