
La città
Inventore gravinese premiato a Norimberga
Da Gravina in Belgio per fare fortuna. La storia di Pietro Lopriano
Gravina - venerdì 16 novembre 2018
E' una di quelle storie che non ha ancora scritto il suo lieto fine. Non una favola ma una realtà, la realtà di Pietro Lopriano, partito da Gravina in cerca di fortuna in Belgio.
Sono passati 15 anni da quando, all'età di trent'anni, ha lasciato la sua città natale, Gravina, per trasferirsi nel cuore dell'Europa con in tasca un diploma di perito elettronico e molta esperienza nel campo delle installazioni elettriche. Pietro non soddisfatto della sua formazione ha sentito il bisogno di continuare gli studi e questa sua fame di sapere lo ha portato a conseguire numerosi diplomi ed attestati.
Ed è stato proprio durante uno di questi percorsi formativi, circa sei anni orsono, che sviluppando un progetto, si è accorto che ciò che stava realizzando, non era mai stato fatto prima, non si trovava in commercio, non era mai stato immesso sul mercato: non esisteva.
"Dopo diverse ricerche da parte mia, prima, e poi dall'ufficio brevetti, era stato appurato che l'idea era originale"- ci racconta Pietro.
Così decide di imbarcarsi in questa nuova avventura. Tra mille di difficoltà sviluppa il prototipo: prima in una versione, poi in versioni con diversi miglioramenti tecnici ed estetici.
Alla fine prende tutto e speranzoso, si sobbarca un viaggio di 700 Km, fino a Norimberga, per partecipare al Salone Internazionale "Iena", svoltosi nella città tedesca: una importante fiera internazionale dedicata alle nuove progettualità ed invenzioni.
E lì Pietro Lopriano, in mezzo a migliaia di inventori giunti da tutto il mondo, raccoglie il primo successo per la sua idea, (uno speciale robot del quale, per scaramanzia, preferisce non svelare più di tanto i particolari), riuscendo ad aggiudicarsi una medaglia d'argento nella categoria "Inventori privati".
Un premio non di valore assoluto, ma significativo per l'inventore gravinese, perché conseguito al cospetto di una concorrenza agguerritissima.
"Infatti, la soddisfazione sta nel fatto che tra i concorrenti c'erano tantissimi "giganti" del settore, provenienti in gran parte dall'Asia e dal Europa dell'est. Un totale di 800 invenzioni"- ci confessa Pietro.
Ma la favola per avere un lieto fine deve essere completa. Per questo Pietro Lopriano è in attesa di trovare il modo per commercializzare la sua invenzione e ricavarne il meritato guadagno.
Solo allora si potrà dire: missione compiuta… e vissero felici e contenti.
Sono passati 15 anni da quando, all'età di trent'anni, ha lasciato la sua città natale, Gravina, per trasferirsi nel cuore dell'Europa con in tasca un diploma di perito elettronico e molta esperienza nel campo delle installazioni elettriche. Pietro non soddisfatto della sua formazione ha sentito il bisogno di continuare gli studi e questa sua fame di sapere lo ha portato a conseguire numerosi diplomi ed attestati.
Ed è stato proprio durante uno di questi percorsi formativi, circa sei anni orsono, che sviluppando un progetto, si è accorto che ciò che stava realizzando, non era mai stato fatto prima, non si trovava in commercio, non era mai stato immesso sul mercato: non esisteva.
"Dopo diverse ricerche da parte mia, prima, e poi dall'ufficio brevetti, era stato appurato che l'idea era originale"- ci racconta Pietro.
Così decide di imbarcarsi in questa nuova avventura. Tra mille di difficoltà sviluppa il prototipo: prima in una versione, poi in versioni con diversi miglioramenti tecnici ed estetici.
Alla fine prende tutto e speranzoso, si sobbarca un viaggio di 700 Km, fino a Norimberga, per partecipare al Salone Internazionale "Iena", svoltosi nella città tedesca: una importante fiera internazionale dedicata alle nuove progettualità ed invenzioni.
E lì Pietro Lopriano, in mezzo a migliaia di inventori giunti da tutto il mondo, raccoglie il primo successo per la sua idea, (uno speciale robot del quale, per scaramanzia, preferisce non svelare più di tanto i particolari), riuscendo ad aggiudicarsi una medaglia d'argento nella categoria "Inventori privati".
Un premio non di valore assoluto, ma significativo per l'inventore gravinese, perché conseguito al cospetto di una concorrenza agguerritissima.
"Infatti, la soddisfazione sta nel fatto che tra i concorrenti c'erano tantissimi "giganti" del settore, provenienti in gran parte dall'Asia e dal Europa dell'est. Un totale di 800 invenzioni"- ci confessa Pietro.
Ma la favola per avere un lieto fine deve essere completa. Per questo Pietro Lopriano è in attesa di trovare il modo per commercializzare la sua invenzione e ricavarne il meritato guadagno.
Solo allora si potrà dire: missione compiuta… e vissero felici e contenti.