
La città
Per non dimenticare Pietro Capone
A due anni dall'omicidio ancora nessuna verità
Gravina - giovedì 10 marzo 2016
10.48
Due anni. Da tanto dura il silenzio sulla morte di Pierino Capone vigliaccamente ucciso la sera del 10 marzo 2014 a pochi passi dalla porta di casa.
La giustizia, si sa, ha bisogno dei suoi tempi e la verità a quanto pare sembra ancora lontana. Un unico indiziato per questo omicidio che per dinamica e vigliaccheria sembra un'esecuzione di mafia, è ancora in attesa di conoscere quella sarà il suo destino.
Ma Pierino Capone non era un mafioso ne tanto meno un malavitoso. Semplicemente non risultava simpatico a molti per il suo vezzo alla denuncia e a far arrossire le persone.
Dal giorno della sua morte e dopo l'iniziale clamore mediatico sulla sua vicenda è calato il silenzio. L'unico segnale che testimonia quanto questo caso sia ancora avvolto nel mistero è un bigliettino oramai ingiallito posto sul portone di casa: "Immobile sotto sequestro". Una casa che è stata rivoltata come un calzino dagli inquirenti e che a quanto pare nessun particolare dettaglio ha fornito alle indagini.
O forse no?
Al momento ciò che possiamo fare è aspettare che la magistratura porti a termine il suo compito ma contemporaneamente possiamo mantenere vivo il ricordo di un uomo che è stato brutalmente ucciso.
Un uomo qualunque a cui qualcuno ha fatto pagare cara la sua sete di verità.
La giustizia, si sa, ha bisogno dei suoi tempi e la verità a quanto pare sembra ancora lontana. Un unico indiziato per questo omicidio che per dinamica e vigliaccheria sembra un'esecuzione di mafia, è ancora in attesa di conoscere quella sarà il suo destino.
Ma Pierino Capone non era un mafioso ne tanto meno un malavitoso. Semplicemente non risultava simpatico a molti per il suo vezzo alla denuncia e a far arrossire le persone.
Dal giorno della sua morte e dopo l'iniziale clamore mediatico sulla sua vicenda è calato il silenzio. L'unico segnale che testimonia quanto questo caso sia ancora avvolto nel mistero è un bigliettino oramai ingiallito posto sul portone di casa: "Immobile sotto sequestro". Una casa che è stata rivoltata come un calzino dagli inquirenti e che a quanto pare nessun particolare dettaglio ha fornito alle indagini.
O forse no?
Al momento ciò che possiamo fare è aspettare che la magistratura porti a termine il suo compito ma contemporaneamente possiamo mantenere vivo il ricordo di un uomo che è stato brutalmente ucciso.
Un uomo qualunque a cui qualcuno ha fatto pagare cara la sua sete di verità.