pilone madonna della stella
pilone madonna della stella
La città

Pilacci a secco e acqua putrida per i turisti

Colpa della mancata manutenzione e non solo

"Fontana La Stella", toponimo indicante la fontana "extra moenia" (fuori delle mura), collegata al ponte del torrente "Gravina" nei pressi della chiesa rupestre Santa Maria degli Angeli e Madonna della Stella. Il ponte viadotto, fu costruito intorno al 1734, per servire la città di un acquedotto, e predisporre sul suo parapetto più alto la condotta dell'acqua che alimentava le fontane fuori le mura con acqua della sorgente di Sant'Angelo e di San Giacomo. Tra queste vi sono le due 2 fontane (pilacci), ancora oggi esistenti ai due lati del ponte che oggi sono tristemente "a secco".
In tanti stanno segnalato in questi ultimi giorni in Redazione questa moria di acqua descrivendo lo stato dei luoghi e lanciandosi in mille ipotesi circa tale assenza di preziosa risorsa.
La risposta è abbastanza semplice ed è da ricercare un po' nella storia ed un po' nella meteorologia.

E' importante ricordare che la Sorgente S. Angelo si rinviene al piede di un rilievo poco pronunciato e allungato in direzione SSE. Tale sorgente è classificata come "Sorgente di Versamento o di Strato" in giacitura sub-orizzontale. La sorgente si attesta al contatto con le Sabbie di Monte Marano e le sottostanti argille. L'opera di presa consiste in una cisterna in muratura a forma rettangolare (circa m 10 x 15) dalla quale si diparte un vero è proprio acquedotto, dalla lunghezza di poco più di 3 Km, che arriva alla periferia ovest dell'abitato di Gravina in Puglia, dove alimenta due fontane ambedue denominate "Fontana della Stella" e ubicate una a destra a quota 325 m e l'altra in sinistra a quota 322m del Torrente Gravina.
Tali cisterne in un passato molto lontano erano manutentate ed oggetto di cure da parte di veri e propri minatori che forse vi hanno trascorso un'intera vita in questi anfratti. Lavori che consentivano nel mantenere puliti i canali e nella rimozione dei depositi di calcare, così da mantenere una certa regolarità di deflusso delle acque nelle canalette di scolo. Oggi questi depositi calcarei non favoriscono più una sufficiente e regolare velocità di deflusso, tale da impedirne la dispersione laterale dell'acqua.

Velocità di deflusso che è resa ancora più tenue e scarsa dall'assenza di precipitazioni piovose e dalla diminuzione dei deflussi provenienti dai territori circostanti.
Il risultato? L'acqua in questi periodi di magra non ha la forza di arriva alle fontane. Basta vedere anche lo stato attuale del torrente gravina, quasi completamente asciutto, per comprenderne la gravità della situazione. Non c'è acqua per nessuno. Situazione che si assesta invece nei mesi invernali dove la caduta delle piogge aiuta e rafforza il deflusso dell'acqua permettendo così alle fontane di essere alimentate.
È evidente che garantire oggi una manutenzione delle canalette che si trovano in alcune zona anche a 5/6 metri sotto terra, comporterebbe costi e piani della sicurezza ingenti e forse fuori dalla portata di qualsiasi pubblica amministrazione.
Non resta forse che affidarsi un po' anche a qualche rito scaramantico, tipo una "danza della pioggia".

Foto Carlo Centonze e Giovanni Silvestri
CAR JPGCAR JPGCAR JPGIMG WAIMG WAIMG WAIMG WAIMG WA
© 2001-2025 Edilife. Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo sito può essere riprodotta senza il permesso scritto dell'editore. Tecnologia: GoCity Urban Platform.
GravinaLife funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.