
cultura
Presentato il libro: “assistenti sociali- tra l’aiuto e la scrittura”
Una riflessione su scrittura e linguaggio di Riccardo Chiarelli e Roberto Traetta
Gravina - mercoledì 9 luglio 2025
Un libro scritto a quattro mani per parlare della comunicazione nel lavoro sociale. Questo in sintesi il succo del contenuto del libro "assistenti sociali- tra l'aiuto e la scrittura". Un volume che è stato presentato qualche giorno fa, nei locali dell'associazione Punto GG, presso l'ex mattatoio, dagli autori: gli assistenti sociali Riccardo Chiarelli, gravinese e Roberto Traetta, altamurano.
Ad interloquire con i due autori c'era Antonella Cornacchia, futura assistente sociale che ha posto alcuni interessanti interrogativi per sviscerare le tematiche fondamentali del libro che non è un manuale del come si fa e del come non si fa. "Non è un libro di ricette ma è un viaggio alla ricerca di senso, un percorso di meditazione profonda sul linguaggio, sulla scrittura"- ci ha tenuto a sottolineare con fermezza Roberto Traetta, autore anche di altri saggi.
Il volume, infatti, non si limita a spiegare come scrivere, ma interroga il senso stesso della comunicazione professionale non solo degli assistenti sociali, ma di qualsiasi professionista. "Perché – ha affermato Traetta - l'uomo è un parlessere, come dice Lacan: se si impoverisce il linguaggio, si impoverisce l'essere".
Il tema trattato dal duo Chiarelli-Traetta è evidente: le parole non sono solo strumenti neutri della comunicazione, "ma possono essere proiettili, bastoni, spranghe". Soprattutto nell'era ipertecnologica dei social, le parole fanno le cose. Il lavoro su di esse è esercizio teoretico, ma anche azione morale.
"Ognuno di noi in quanto parlante ha una grossa responsabilità" - ha evidenziato Ricardo Chiarelli, che poi ha aggiunto: "Il rapporto tra ricchezza di linguaggio e ricchezza di possibilità è dimostrato dalla scienza". Queste le parole di Chiarelli che ha ricordato ai presenti i rischi legati al bullismo e al cyberbullismo. "I bulli, i ragazzi violenti, possiedono strumenti linguistici scadenti. Se mancano le parole, mancherà anche la capacità di modulare uno stile comunicativo rispettoso dell'altro. Non a caso, la scrittura è il canale attraverso cui viaggia la violenza in rete. Esempi del cattivo parlare e del cattivo scrivere sono proprio il bullismo e il cyberbullismo"- ha commentato lo studioso, lasciando ampio margine alla riflessione dei presenti.
Insomma, un tema molto sentito poiché- spiegano gli autori del volume- "la scrittura è importante perché la si ritrova in molti documenti. Essa permette di soffermarsi sul valore dell'esperienza. Significa ricordare per espandere conoscenze teoriche e competenze pratiche".
Infine, non si può non evidenziare come il libro rappresenti una testimonianza di una sincera amicizia tra gli autori che hanno sperimentato un mentoring reciproco. "Per crescere insieme. Come persone e come professionisti"- affermano in conclusione Chiarelli e Traetta.
Ad interloquire con i due autori c'era Antonella Cornacchia, futura assistente sociale che ha posto alcuni interessanti interrogativi per sviscerare le tematiche fondamentali del libro che non è un manuale del come si fa e del come non si fa. "Non è un libro di ricette ma è un viaggio alla ricerca di senso, un percorso di meditazione profonda sul linguaggio, sulla scrittura"- ci ha tenuto a sottolineare con fermezza Roberto Traetta, autore anche di altri saggi.
Il volume, infatti, non si limita a spiegare come scrivere, ma interroga il senso stesso della comunicazione professionale non solo degli assistenti sociali, ma di qualsiasi professionista. "Perché – ha affermato Traetta - l'uomo è un parlessere, come dice Lacan: se si impoverisce il linguaggio, si impoverisce l'essere".
Il tema trattato dal duo Chiarelli-Traetta è evidente: le parole non sono solo strumenti neutri della comunicazione, "ma possono essere proiettili, bastoni, spranghe". Soprattutto nell'era ipertecnologica dei social, le parole fanno le cose. Il lavoro su di esse è esercizio teoretico, ma anche azione morale.
"Ognuno di noi in quanto parlante ha una grossa responsabilità" - ha evidenziato Ricardo Chiarelli, che poi ha aggiunto: "Il rapporto tra ricchezza di linguaggio e ricchezza di possibilità è dimostrato dalla scienza". Queste le parole di Chiarelli che ha ricordato ai presenti i rischi legati al bullismo e al cyberbullismo. "I bulli, i ragazzi violenti, possiedono strumenti linguistici scadenti. Se mancano le parole, mancherà anche la capacità di modulare uno stile comunicativo rispettoso dell'altro. Non a caso, la scrittura è il canale attraverso cui viaggia la violenza in rete. Esempi del cattivo parlare e del cattivo scrivere sono proprio il bullismo e il cyberbullismo"- ha commentato lo studioso, lasciando ampio margine alla riflessione dei presenti.
Insomma, un tema molto sentito poiché- spiegano gli autori del volume- "la scrittura è importante perché la si ritrova in molti documenti. Essa permette di soffermarsi sul valore dell'esperienza. Significa ricordare per espandere conoscenze teoriche e competenze pratiche".
Infine, non si può non evidenziare come il libro rappresenti una testimonianza di una sincera amicizia tra gli autori che hanno sperimentato un mentoring reciproco. "Per crescere insieme. Come persone e come professionisti"- affermano in conclusione Chiarelli e Traetta.